Per Parmenide la realtà va intesa come un tutto omogeneo, uno, eterno e continuo, all'interno della quale hanno senso i molteplici fenomeni (intuizione degli ionici).
TO EON (ciò che è): non può nascere né perire, non ha passato né futuro, perché è, esiste nel senso più pieno della parola e al di fuori di esso non c'è né è possibile null'altro; ciò che è la realtà intesa nella sua totalità.
Parmenide deduce e dimostra tutta la serie di sêmata (segni), cioè delle caratteristiche di ciò che è: esso è ingenerato, indistruttibile, esente da mutamento e fuori del tempo, omogeneo, uno, continuo e indivisibile. Questo tutto è simile a una sfera. All'interno di questo tutto di sono tutti i fenomeni particolari (TA EONTA), con sêmata completamente diversi, la serie di tutto ciò che nasce e muore. Secondo Parmenide l'uomo deve usare un metodo diverso nel costruire il discorso a seconda che parli di TO EON o TA EONTA. I sêmata infatti non possono essere confusi: nascita e morte sono incomprensibili se si parla di ciò che è; il tempo, che non può essere applicato a ciò che è, è invece la sola misura possibile per le cose che sono. In questa visione è chiara l'importanza di TO EON: ciò che conta è ciò che è e non i fuggevoli fenomeni particolari. Parmenide ha parole molto dure nei confronti di coloro che non sanno operare distinzione fra i due metodi menzionati chiamandoli “uomini sordi e ciechi, storditi, gente che non sa giudicare”. Critica anche coloro che non sanno trarre un senso dalle proprie esperienze perdendosi nella molteplicità senza riuscire a vedere il legame necessario che le unisce. In questo consiste il valore scientifico, filosofico e metodologico della posizione di Parmenide, nella convinzione cioè che la legge con la quale il pensiero opera nel costruire la sua organizzazione delle esperienze è la stessa legge che opera nella realtà. Non solo quindi non c'è frattura tra ragione e sensibilità, ma il pensiero costituisce la coscienza del corpo, e cioè non solo la possibilità di conoscere se stessi, ma anche la possibilità – data la fondamentale omogeneità dell'uomo con la natura – di conoscere il mondo tutto.
Melisso di Samo
Per Melisso la natura è un uno-tutto, omogeneo e continuo; se però secondo Parmenide il tutto è al di fuori del tempo, secondo Melisso al contrario il tutto si identifica con il tempo eterno, senza fine. Ne deriva dunque che il tutto è infinito.
TO EON = ciò che era e sarà -> durata infinita nel tempo
Zenone di Elea
Venne definito dagli antichi l'inventore della dialettica, cioè dell'arte del discutere e della confutazione per assurdo. I suoi discorsi erano basati sulla filosofia parmenidea.
Partendo da una tesi A sostenuta da un filosofo deduce due conclusioni, una necessariamente vera e una necessariamente falsa dimostrando la contraddittorietà della tesi sostenuta.
Zenone concepisce il tempo e lo spazio come entità discrete e divisibili infinitamente (solo in tale ottica sono comprensibili i suoi paradossi). I suoi avversari sono tutti coloro che volevano difendere la dicibilità, la conoscibilità e realtà della molteplicità e del movimento.
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