Abbiamo già detto che Hegel ha influito molto su Marx. In particolare possiamo osservare come alcune categorie hegeliane siano diventate degli assi portanti per la teoria marxiana.
Hegel parla di ALIENAZIONE:
"Lo spirito si aliena nel tempo (nella storia) e nello spazio (nella natura)". L'autocoscienza scoprirà che la natura e la storia altro non sono che spirito alienato/oggettivato. Nel capitolo della "Fenomenologia" intitolato "Lo spirito estraniato: la cultura" Hegel ricostruisce la storia europea attraverso il concetto di alienazione. Parte dalla dissoluzione della polis "la bella eticità" caratterizzata da una piena compenetrazione tra particolare e universale, tra individuo e comunità, una totalità armonica, coesa, compatta in cui non esistono forze centrifughe disgreganti.
Lo "Spirito estraniatosi" è il singolo, l'autocoscienza che non si riconosce più nel mondo politico e sociale che lo circonda benché quel mondo sia il prodotto della sua attività e dei suoi simili. Quel mondo viene visto come distinto da sé, contrapposto a sé: c'è una frattura, una scissione, una lacerazione tra individuo e società.
Da qui Hegel parte con una serie di contrapposizioni e passaggi dialettici che vengono fuori proprio da questa estraniazione.
Stato - Ricchezza
Coscienza nobile - coscienza ignobile
illuminismo - fede
L'autocoscienza si riconosce nella ricchezza che è il risultato del suo lavoro e del lavoro degli altri ovvero, nella misura in cui il singolo produce ricchezza per sé contribuisce anche alla ricchezza della comunità (accento smithiano). La ricchezza viene quindi vista dall'autocoscienza come la realizzazione più alta. Riconoscendosi nella ricchezza, l'autocoscienza non si riconosce nello Stato che è generalità e perdita di individualità, è negazione dell'individuo.
Viceversa l'autocoscienza si riconoscendosi nello stato come sfera dell'universalità che comprende tutti gli uomini, non può riconoscersi nella ricchezza.
Da queste considerazioni Hegel opera vari passaggi dialettici arrivando alla contrapposizione illuminismo-fede.
Quello che è importante rilevare è l'enorme influenza che queste considerazioni hanno avuto su Marx nei manoscritti del '44. Il merito di Hegel, secondo Marx, è stato quello di aver usato il concetto di "estraniazione". In tal modo è riuscito a cogliere dei punti nodali della attuale società abbozzando critiche allo stato, alla religione, alla società tutta. In tutta l'opera marxiana il rapporto lavoro-operaio è interpretabile alla luce del concetto di estraniazione.
Il capitale è costituito dalla fabbrica, dai materiali utilizzati per produrre e dalla forza lavoro. Questo capitale è sorto dagli operai, è frutto del loro lavoro salariato, salario che però non corrisponde alla effettiva quantità di valore prodotto. Gli operai lavorano un certo numero di ore (3-4 ore) guadagnandosi il salario che gli viene corrisposto; tutte le altre ore entrano a far parte di quel "di più" prodotto che diviene lavoro accumulato, lavoro morto, capitale.
Si ha così un inversione: il capitale che è il prodotto dell'operaio finisce per dominarlo creando una situazione di alienazione.
Lavoro salariato=lavoro vivente
Capitale=lavoro morto (uomo perduto a sé stesso)
Capitale=potere di comando sul lavoro ovvero lavoro morto che comanda lavoro vivente
Capitale e lavoro sono una unità immediata perché l'uno non può stare senza l'altro (l'operaio produce il capitale e il capitale produce l'operaio). Contemporaneamente sono una unità mediata caratterizzata dalla scissione, opposizione in cui l'uno è la negazione dell'altro
Marx può essere quindi visto come un continuatore di Hegel. Anche la concezione giudaico/cristiana della storia (concezione teleologica) gli viene da Hegel. Per Marx, a differenza di Hegel, il fine ultimo della storia è la società comunista.
I manoscritti costituiscono anche un primo contatto con l'economia politica. Gli economisti classici hanno il merito di scoprire le leggi fondamentali che presiedono al funzionamento della società. Tuttavia non hanno una mente storica, non riescono a capire che il capitalismo è temporaneo, realizza un preciso momento della storia dell'uomo e, in virtù di ciò, non spiegano le sue origini, lo assumono come un dato di fatto sempre esistito, ne fanno una sorta di apologia.
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