domenica, febbraio 26, 2006

Regole rilevanti per la spiegazione del significato

Uno dei contesti principali di confronto fra parlanti è quello in cui si fa un'asserzione. Chi asserisce è criticabile se, in mancanza di scuse, non risponde a obiezioni con argomenti adeguati.

Così si manifesta una regola costitutiva dell'atto linguistico dell'asserzione: in circostanze normali chi compie asserzioni è obbligato, se richiesto, a giustificarle adeguatamente. La regola contribuisce a costituire ciò che in generale è un'asserzione: quale che sia il contenuto individuale dell'enunciato E, asserire E è assumersi il dovere di dare prova di E. Con una terminologia risalente a Frege si dice che la regola è costitutiva della forza assertoria.

Vi sono altre categorie di atti linguistici e altre corrispondenti forze: vi è la categoria delle domande e la corrispondente forza interrogativa, quella dei comandi e la forza imperativa, ecc.

Un primo genere di regole da esplicitare quindi, sono le regole costitutive dei diversi tipi di forza.

L'asserzione “piove” è diversa dall'asserzione “nevica”. Seguendo Frege, chiamiamo “senso” l'ingrediente costitutivo della comprensione del particolare enunciato quindi, il “senso” di “piove” è diverso dal “senso” di “nevica”, pur essendo entrambe delle asserzioni.

Secondo Dummett un'adeguata teoria del significato deve comunque avere due parti: una teoria del senso, che permetta di specificare i sensi di tutti gli enunciati della lingua, e una teoria della forza che dia conto delle diverse categorie di atti linguistici.

Seguendo l'idea che il significato è dato da regole, la teoria della forza espliciterà regole sulla forza, la teoria sul senso espliciterà regole costitutive del senso. La teoria del senso deve spiegare in che modo il senso di un enunciato dipende dal senso delle parole componenti. La nozione centrale della teoria è quella di senso di un enunciato, poiché è solo proferendo un enunciato che si “compie una mossa del gioco linguistico” (Wittgenstein, RF, §22); il senso di una parola non è altro che il suo contributo ai sensi degli enunciati in cui ricorre. Pur non dicendo nulla che riguardi direttamente il senso, la regola sulla forza assertoria suggerisce che il senso che distingue una particolare asserzione abbia a che fare con le giustificazioni portate a supporto.

Tale suggerimento può essere sviluppato in diverse direzioni, che conducono a diverse teorie del senso.

Una possibilità è considerare costitutivi del senso di un enunciato i modi in cui un'asserzione dell'enunciato può essere giustificata. Ciò conduce alla teoria giustificazionista, che esplicita regole per giustificare o verificare enunciati.

Un'altra possibilità è considerare costitutivi del senso di un enunciato i modi in cui da quell'enunciato si possono trarre conclusioni giustificando altri enunciati. Ciò conduce alla teoria pragmatista, formulata in termini di regole per trarre conclusioni dagli enunciati.

Infine si possono unire le due idee, considerando costitutivo del senso il ruolo che l'enunciato può avere sia nell'essere giustificato che nel servire per trarre conclusioni. Questa teoria ha assunto diverse denominazioni: inferenzialismo, teoria del ruolo concettuale o del ruolo argomentativo. Nella versione qui approfondita, le regole costitutive del senso sono regole di argomentazione.

Regole di argomentazione

A partire dagli anni trenta Wittgenstein sostiene spesso che certe regole, che attribuiscono un ruolo in argomentazioni a date espressioni, costituiscono il senso di quelle espressioni. Della regola che consente di inferire un enunciato E da “non-non-E” scrive, per esempio, che “non dà una descrizione più ravvicinata della negazione”, ma “la costituisce”.

Molti hanno sviluppato questa idea e diversi sono i punti di divergenza. Accettando la concezione plastica della regola si può darne una descrizione. Non sarà, però, la descrizione di un fatto che predetermini la correttezza di usi futuri. Sarà piuttosto la descrizione di una prassi del seguire la regola, mai compiuta del tutto e in continuo divenire nell'uso pubblico del linguaggio. Tale descrizione dovrà indicare gli atti spazio-temporalmente situati che costituiscono la prassi. Tali atti, nel caso delle regole di argomentazione, saranno le singole mosse nel gioco dell'argomentare, i passi argomentativi.

Secondo Cozzo un passo argomentativo P può essere caratterizzato da sette componenti, di cui la prima e l'ultima non sono mai vuote:
P=(C,NL,PR,VAR,AR,IP,F)

La conclusione C è l'enunciato replica giustificato sulla base di ragioni che possono essere linguistiche o non linguistiche NL. Le ragioni linguistiche sono costituite da un numero finito di premesse PR ottenute mediante corrispondenti argomenti AR. Compiendo un passo argomentativo si possono vincolare variabili VAR o scaricare ipotesi IP presenti negli argomenti per le premesse. Infine un passo argomentativo può essere conclusivo o controvertibile. Nel descrivere un passo argomentativo si dovrà fargli corrispondere una certa indicazione F relativa a conclusività o controvertibilità.

Si possono fare ipotesi su affinità strutturali comuni a passi argomentativi esplicitando una struttura ∑. Una regola di argomentazione R è determinata da una struttura caratteristica ∑ tale che un passo argomentativo P è un esempio di R se, e solo se, P ha la struttura di ∑.

Il problema dell'olismo

Si può identificare il senso di un'espressione con l'insieme di tutte le regole di argomentazione in cui è essenzialmente coinvolta. Chiamiamo tale insieme “ruolo argomentativo globale”. Il problema concernente la tesi del senso come ruolo globale nasce dal carattere olistico dei passi argomentativi: l'insieme dei passi argomentativi in cui è coinvolta un'espressione dipende dalla totalità degli enunciati ritenuti veri da un parlante, si che essi contengano, sia che non contengano quell'espressione. Poiché tale totalità differisce, parlanti diversi seguono regole di argomentazione diverse.

Quasi sempre i parlanti divergono relativamente a passi argomentativi sui quali non hanno occasione di confrontarsi, e non si può indagare su tutti i passi argomentativi che un interlocutore può compiere. Quindi, se una differenza di comprensione è generata da qualsiasi divergenza su passi argomentativi, perlopiù è impossibile scoprirla. Inoltre, quand'anche fosse scoperta, come risolverla? Sarebbe necessario condividere esattamente lo stesso insieme di passi argomentativi. Prima di questo accordo totale sarebbe possibile solo incomprensione. Dal carattere olistico dei passi argomentativi siamo giunti all'olismo del significato: due parlanti comprendono un'espressione nello stesso modo solo se comprendono ogni espressione nello stesso modo.

Per evitare l'olismo del significato occorre considerare come costitutive del senso solo alcune regole di argomentazione.

Regole costitutive del senso

Chiamiamo “uso primitivo di un'espressione E per un parlante S” un uso U di E tale che S si aspetta da ogni parlante competente P:

a) che P sia d'accordo sulla correttezza di U senza esigere, né considerare possibile, alcuna giustificazione;

b) che P sia convinto che chi comprende e usa E, accetti U nel modo specificato in a).

Chiamiamo passi argomentativi immediati per S i passi argomentativi che sono usi primitivi per S. Una regola di argomentazione R è costitutiva del senso di E per S se governa passi argomentativi immediati che sono usi primitivi di E per S.

Definiamo la locuzione “la regola R tocca la parola W” come equivalente a “ogni descrizione che consenta di riconoscere gli esempi di R contiene un termine che denota W”.

Che R sia costitutiva e che tocchi W non è sufficiente affinché R sia costitutiva del senso di W. Gli usi primitivi per un parlante S instaurano una dipendenza fra parole rispetto alla comprensione per S: la parola W dipende dalla parola V per S se, e solo se, condizione necessaria per comprendere W è comprendere V. Se “pipistrello” dipende da “animale”, le regole costitutive del senso di “animale” saranno costitutive del senso di “pipistrello” anche se non toccano “pipistrello”.

La regola R è immediatamente costitutiva del senso della parola W per S se, e solo se, I) R tocca W, II) tutti i passi argomentativi che R governa sono usi primitivi di W per S.

La regola R è costitutiva del senso di W per S se, e solo se, c'è almeno una parola V tale che I) R è immediatamente costitutiva del senso di V per S; II) W dipende da V per S.

Definiamo il senso di una parola W per S come insieme delle regole costitutive del senso di W e il ruolo argomentativo immediato di un enunciato E per S come dato dalla struttura sintattica di E e dai sensi delle parole componenti.

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