domenica, febbraio 26, 2006

Pitagora e la scuola pitagorica

Una delle poche scuole presocratiche fu quella fondata da Pitagora di Samo (570-497/496), che per primo, secondo una certa tradizione, usò il termine di “filosofia” per indicare il complesso delle sue dottrine e delle sue ricerche.

Lasciò Samo poco dopo il 540 e giunse nella Magna Grecia, sostando maggiormente a Crotone e a Metaponto. La sua scuola aveva carattere di comunità religiosa, scientifica e politica insieme. Per esserne ammessi bisognava superare prove difficili, in essa vigeva la comunione di beni e bisognava rispettare regole precise di comportamento all'interno della scuola e nella società.

I discepoli si distinguevano tra “acusmatici” (da akuo, ascoltare) che erano coloro ammessi semplicemente all'ascolto delle lezioni e “matematici” (da manthano, apprendo) che erano coloro che approfondivano la dottrina ed erano tenuti al segreto più rigoroso su di essa.

La più antica scuola pitagorica elaborò una teoria dei numeri come principi di spiegazione della realtà. I numeri avevano sia consistenza ideale che materiale ovvero, le leggi che regolano i rapporti tra numeri servono anche a spiegare i rapporti tra le cose reali. La matematica è con ciò la forma di conoscenza più alta.

Dalla monade si generano le due serie fondamentali, quella dei numeri pari e quella dei numeri dispari, che sono in contrasto e in opposizione. Anche nella realtà è riscontrabile questa legge della contrarietà e dell'opposizione (limite-illimitato, dispari-pari, maschio-femmina, luce-tenebre, buono-cattivo, ecc.).

Una dottrina che, probabilmente, non fu della prima scuola pitagorica è quella della metensomatosi. I primi pitagorici sostennero (come testimonia Aristotele) una dottrina corpuscolare dell'anima, intesa come l'elemento materiale principio di movimento oppure (come testimonia Platone) una dottrina dell'anima-armonia: l'anima è l'armonia che risulta dalla composizione di tutti gli elementi che entrano a far parte del corpo di ognuno.

Alcmeone di Crotone

Sostenne che la legge della contrarietà è valida soprattutto per l'uomo che è costituito da elementi opposti che, fino a quando restano in equilibrio, determinano la salute (ISONOMIA); se uno degli opposti prevale (MONARCHIA) si ha la malattia.

Afferma che la caratteristica della conoscenza umana è quella di basarsi sulla costruzione di sempre nuove ipotesi, a differenza della conoscenza divina che già possiede tutte le nozioni, ma è fissa e immobile.

Filolao di Crotone

Cercò di leggere matematicamente l'universo intero cogliendo la profonda armonia che lega le cose, solo apparentemente dissimili. Elaborò una teoria del sistema cosmologico basata sulla centralità di un fuoco intorno al quale ruotano i pianeti.

Archita di Taranto

Approfondì le ricerche nel campo musicale. Partendo dalla scoperta del rapporto tra la lunghezza di una corda e il suono che emette, stabilì i rapporti matematici che regolano gli accordi di ottava, di quinta e di quarta della scala musicale.

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