Donald Norman è stato uno dei
pochi a proporre un modello dell'azione umana mediata da artefatti. Pioniere di
questa prospettiva teorica è stato però Vygotskij il quale, intorno al 1930,
propose una prospettiva teorica basata sul concetto di azione umana orientata
all'oggetto e mediata dall'artefatto.
Secondo l'autore, ogni forma elementare di comportamento
presuppone una reazione diretta allo stimolo ricevuto dall'organismo, secondo
lo schema S → R (Stimolo → Risposta):
l'introduzione di strumenti o segni modifica in modo sostanziale tale struttura
inserendo un elemento intermedio che modifica non solo la modalità di risposta
elementare dell'organismo, ma interviene nella modifica delle funzioni
psichiche superiori dello stesso quindi, la relazione fra l'uomo e l'ambiente è
mediata dai mezzi culturali, dagli strumenti e dai segni: la stessa relazione
dell'uomo con il mondo esterno è sempre mediata da segni e artefatti (vedi
Figure sotto)
Secondo lo
schema riportato nella figura A tra i due punti S e R viene istituito un
collegamento innato secondo il meccanismo Stimolo → Risposta. Questo tipo di
collegamento è immediato. Tuttavia, la presentazione dello stimolo S provoca la
reazione dell'organismo e la ricerca o l'invenzione dello stimolo intermedio X
che, a sua volta, agisce su R: in tal modo il collegamento S → R non è più
immediato, ma mediato. Inoltre, se tale
collegamento avviene mediatamente, al posto di un unico legame S → R, se ne
costituiscono due S → X → R e S → R che portano allo stesso risultato.
Tuttavia, il collegamento mediato costituisce una forma superiore di
comportamento che sostituisce e integra la forma inferiore di comportamento.
In teoria, ogni forma superiore di comportamento può essere
suddivisa nelle sue componenti inferiori, nei processi naturali elementari che
la compongono, esattamente come il software di un computer può essere scomposto
in una serie di processi base composti di soli stimoli elettrici.
La novità introdotta dall'artefatto, dallo stimolo intermedio X è
proprio la sostituzione di un unico collegamento con altri due e, a livello
neurologico e psicologico, la creazione di nuovi collegamenti neuronali, la
creazione di una nuova direzione di un processo di reazione allo stimolo S e il
movimento per raggiungere la risposta R.
La relazione tra la forma inferiore di comportamento (S → R) e
quella superiore (S → X → R) può essere riassunta ed espressa con il concetto
hegeliano di superamento (in tedesco “aufheben”). Con “superamento” Hegel
intendeva esprimere l'annullamento e la negazione di quanto superato, ma anche
la conservazione di qualcosa: i processi alla base delle forme inferiori di
comportamento non scompaiono, ma restano inclusi, nascosti e subordinati, nella
forma di comportamento superiore.
Quello che ulteriormente caratterizza la nuova struttura di
comportamento superiore è che il fuoco di tutto il processo è diventato
l'artefatto o stimolo intermedio e il modo in cui lo si impiega. Così come
l'impiego di determinati strumenti modifica l'attività lavorativa, allo stesso
modo il processo di risposta ad un determinato stimolo si costruisce e si
modifica mediante l'introduzione di strumenti o artefatti.
Un'altra caratteristica importante rilevata da Vygotskij è che
l'artefatto, prima ancora di entrare nel processo di modifica del nostro
comportamento e nella costituzione di una nuova forma di comportamenti psichico
superiore, è uno strumento di comunicazione sociale, un mezzo per esercitare la
nostra influenza su altri e solo successivamente su noi stessi. L'esempio più evidente
di quanto detto è dato dal linguaggio dei bambini, molto studiato da Piaget,
che inizialmente funge da strumento per comunicare con gli altri e, in seguito,
sotto forma di linguaggio endofasico, diviene strumento del pensiero.
Se è vero quanto
esposto sopra, ovvero che l'artefatto, il segno, sono inizialmente strumenti di
comunicazione e che in seguito diventano mezzi per modificare il comportamento
della persona, allora è possibile concludere che lo stesso sviluppo culturale è
fondato sugli artefatti e sui segni che, inizialmente, la loro introduzione nel
nostro sistema comportamentale è stata esterna, rivolta alla comunicazione
sociale. Lo strumento, che è al di fuori della persona, è un organo collettivo,
uno strumento sociale. Tale teoria è stata sintetizzata da Vygotskij nel 1981
con la formulazione della legge genetica dello sviluppo. Secondo questa legge
lo sviluppo culturale avviene in due fasi: la prima interpsicologica, negli
scambi sociali tra le persone e la seconda, intrapsicologica, ovvero ciò che
inizialmente è stata attività di comunicazione sociale mediata da artefatti e
segni viene progressivamente interiorizzata e diviene strumento del pensiero e
forma comportamentale psichica superiore.
Tornando al caso
concreto delle interfacce web, è possibile sostenere che sia le tradizionali
interfacce web, quelle del web di prima generazione fatte di pagine
sostanzialmente statiche e di iperlinks, sia le interfacce web 2.0, quelle
orientate alla socialità (per esempio: wikipedia, facebook, twitter, youtube,
panoramio, ecc.) rientrano nelle prospettive teoriche di Vygotskij. Questo per
diverse ragioni. Sia le interfacce di prima generazione che quelle di seconda
hanno la fondamentale caratteristica di essere degli artefatti cognitivi e in
quanto tali mediatori tra l'uomo e talune attività: se si pensa che un'interfaccia come “Facebook” riesce -
con estrema semplicità - a mettere in contatto una persona con amici di amici e
che questi canali di “amicizie” aperti divengono dei canali di scambio e comunicazione,
canali per trovare lavoro o canali per trovare l'amore, si capisce allora la
potenzialità introdotta e messa a disposizione dell'utente. Per spiegare meglio
quanto detto possiamo definire due scenari: il primo nel quale una persona non
utilizza l'interfaccia “Facebook” e si limita a mantenere i contatti con i
propri amici utilizzando le modalità tradizionali. Questa situazione potremmo
definirla analoga allo schema su proposto S → R ovvero, S rappresenta
l'esigenza di restare in contatto con una rete di amici e R rappresenta, come
la definirebbe Vygotskij, la risposta
naturale allo stimolo presentato. Possiamo ulteriormente definire questa forma
di relazione con la rete di amici “implicita” (vedi Figura sotto).
Prima di illustrare il senso del termine introdotto è
interessante presentare il secondo scenario: la stessa persona del primo
scenario decide che per restare in contatto con la propria rete di amici sia
conveniente utilizzare l'interfaccia “Facebook”. Questa situazione è invece
rappresentabile con lo schema S → X → R ovvero, S rappresenta la medesima
esigenza del primo scenario, mentre X → R rappresenta il nuovo percorso di
risposta mediato dall'artefatto cognitivo (dall'interfaccia “Facebook”). Tale
risposta è quella che Vygotskij chiama risposta mediata e il comportamento
assunto “comportamento psichico superiore” con tutte le conseguenze
psicologiche già esposte. Inoltre potremmo definire tale forma di relazione con
la rete di amici “esplicita”. Cosa rende diverse le due forme
di relazione? Nella forma tradizionale la persona riesce a mantenere sotto
forma esplicita solo le relazioni di primo livello, ovvero quelle con gli amici
“diretti”. Le relazioni con gli amici degli amici “diretti” sono solamente
implicite, nascoste: la persona potrebbe non arrivare mai a sapere che tra gli
amici degli amici c'è il suo futuro datore di lavoro, o c'è qualcuno che
potrebbe indirizzarlo verso la sua casa dei sogni. Nella seconda forma, invece,
abbiamo delle relazioni esplicite a tutti i livelli: la persona conosce gli
amici e anche gli amici degli amici, e così via: conosce gli interessi, le
attività e potrà potenzialmente utilizzare a suo vantaggio queste informazioni.
Reinterpretando
alla luce di queste considerazioni la “zona di sviluppo potenziale” introdotta
per la prima volta da Vygotskij è possibile sostenere che la differenza tra il
primo scenario e il secondo è definibile come la distanza tra la “zona di
sviluppo attuale” e la “zona di sviluppo prossimale”
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