lunedì, agosto 27, 2012

Facebook e la zona di sviluppo prossimale


Donald Norman è stato uno dei pochi a proporre un modello dell'azione umana mediata da artefatti. Pioniere di questa prospettiva teorica è stato però Vygotskij il quale, intorno al 1930, propose una prospettiva teorica basata sul concetto di azione umana orientata all'oggetto e mediata dall'artefatto.
Secondo l'autore, ogni forma elementare di comportamento presuppone una reazione diretta allo stimolo ricevuto dall'organismo, secondo lo schema S → R (Stimolo →  Risposta): l'introduzione di strumenti o segni modifica in modo sostanziale tale struttura inserendo un elemento intermedio che modifica non solo la modalità di risposta elementare dell'organismo, ma interviene nella modifica delle funzioni psichiche superiori dello stesso quindi, la relazione fra l'uomo e l'ambiente è mediata dai mezzi culturali, dagli strumenti e dai segni: la stessa relazione dell'uomo con il mondo esterno è sempre mediata da segni e artefatti (vedi Figure sotto)



            Secondo lo schema riportato nella figura A tra i due punti S e R viene istituito un collegamento innato secondo il meccanismo Stimolo → Risposta. Questo tipo di collegamento è immediato. Tuttavia, la presentazione dello stimolo S provoca la reazione dell'organismo e la ricerca o l'invenzione dello stimolo intermedio X che, a sua volta, agisce su R: in tal modo il collegamento S → R non è più immediato, ma mediato.  Inoltre, se tale collegamento avviene mediatamente, al posto di un unico legame S → R, se ne costituiscono due S → X → R e S → R che portano allo stesso risultato. Tuttavia, il collegamento mediato costituisce una forma superiore di comportamento che sostituisce e integra la forma inferiore di comportamento. 

In teoria, ogni forma superiore di comportamento può essere suddivisa nelle sue componenti inferiori, nei processi naturali elementari che la compongono, esattamente come il software di un computer può essere scomposto in una serie di processi base composti di soli stimoli elettrici.
La novità introdotta dall'artefatto, dallo stimolo intermedio X è proprio la sostituzione di un unico collegamento con altri due e, a livello neurologico e psicologico, la creazione di nuovi collegamenti neuronali, la creazione di una nuova direzione di un processo di reazione allo stimolo S e il movimento per raggiungere la risposta R.

La relazione tra la forma inferiore di comportamento (S → R) e quella superiore (S → X → R) può essere riassunta ed espressa con il concetto hegeliano di superamento (in tedesco “aufheben”). Con “superamento” Hegel intendeva esprimere l'annullamento e la negazione di quanto superato, ma anche la conservazione di qualcosa: i processi alla base delle forme inferiori di comportamento non scompaiono, ma restano inclusi, nascosti e subordinati, nella forma di comportamento superiore.
Quello che ulteriormente caratterizza la nuova struttura di comportamento superiore è che il fuoco di tutto il processo è diventato l'artefatto o stimolo intermedio e il modo in cui lo si impiega. Così come l'impiego di determinati strumenti modifica l'attività lavorativa, allo stesso modo il processo di risposta ad un determinato stimolo si costruisce e si modifica mediante l'introduzione di strumenti o artefatti.
Un'altra caratteristica importante rilevata da Vygotskij è che l'artefatto, prima ancora di entrare nel processo di modifica del nostro comportamento e nella costituzione di una nuova forma di comportamenti psichico superiore, è uno strumento di comunicazione sociale, un mezzo per esercitare la nostra influenza su altri e solo successivamente su noi stessi. L'esempio più evidente di quanto detto è dato dal linguaggio dei bambini, molto studiato da Piaget, che inizialmente funge da strumento per comunicare con gli altri e, in seguito, sotto forma di linguaggio endofasico, diviene strumento del pensiero.

            Se è vero quanto esposto sopra, ovvero che l'artefatto, il segno, sono inizialmente strumenti di comunicazione e che in seguito diventano mezzi per modificare il comportamento della persona, allora è possibile concludere che lo stesso sviluppo culturale è fondato sugli artefatti e sui segni che, inizialmente, la loro introduzione nel nostro sistema comportamentale è stata esterna, rivolta alla comunicazione sociale. Lo strumento, che è al di fuori della persona, è un organo collettivo, uno strumento sociale. Tale teoria è stata sintetizzata da Vygotskij nel 1981 con la formulazione della legge genetica dello sviluppo. Secondo questa legge lo sviluppo culturale avviene in due fasi: la prima interpsicologica, negli scambi sociali tra le persone e la seconda, intrapsicologica, ovvero ciò che inizialmente è stata attività di comunicazione sociale mediata da artefatti e segni viene progressivamente interiorizzata e diviene strumento del pensiero e forma comportamentale psichica superiore.

            Tornando al caso concreto delle interfacce web, è possibile sostenere che sia le tradizionali interfacce web, quelle del web di prima generazione fatte di pagine sostanzialmente statiche e di iperlinks, sia le interfacce web 2.0, quelle orientate alla socialità (per esempio: wikipedia, facebook, twitter, youtube, panoramio, ecc.) rientrano nelle prospettive teoriche di Vygotskij. Questo per diverse ragioni. Sia le interfacce di prima generazione che quelle di seconda hanno la fondamentale caratteristica di essere degli artefatti cognitivi e in quanto tali mediatori tra l'uomo e talune attività: se si pensa  che un'interfaccia come “Facebook” riesce - con estrema semplicità - a mettere in contatto una persona con amici di amici e che questi canali di “amicizie” aperti divengono dei canali di scambio e comunicazione, canali per trovare lavoro o canali per trovare l'amore, si capisce allora la potenzialità introdotta e messa a disposizione dell'utente. Per spiegare meglio quanto detto possiamo definire due scenari: il primo nel quale una persona non utilizza l'interfaccia “Facebook” e si limita a mantenere i contatti con i propri amici utilizzando le modalità tradizionali. Questa situazione potremmo definirla analoga allo schema su proposto S → R ovvero, S rappresenta l'esigenza di restare in contatto con una rete di amici e R rappresenta, come la definirebbe Vygotskij,  la risposta naturale allo stimolo presentato. Possiamo ulteriormente definire questa forma di relazione con la rete di amici “implicita” (vedi Figura sotto).


Prima di illustrare il senso del termine introdotto è interessante presentare il secondo scenario: la stessa persona del primo scenario decide che per restare in contatto con la propria rete di amici sia conveniente utilizzare l'interfaccia “Facebook”. Questa situazione è invece rappresentabile con lo schema S → X → R ovvero, S rappresenta la medesima esigenza del primo scenario, mentre X → R rappresenta il nuovo percorso di risposta mediato dall'artefatto cognitivo (dall'interfaccia “Facebook”). Tale risposta è quella che Vygotskij chiama risposta mediata e il comportamento assunto “comportamento psichico superiore” con tutte le conseguenze psicologiche già esposte. Inoltre potremmo definire tale forma di relazione con la rete di amici “esplicita”. Cosa rende diverse le due forme di relazione? Nella forma tradizionale la persona riesce a mantenere sotto forma esplicita solo le relazioni di primo livello, ovvero quelle con gli amici “diretti”. Le relazioni con gli amici degli amici “diretti” sono solamente implicite, nascoste: la persona potrebbe non arrivare mai a sapere che tra gli amici degli amici c'è il suo futuro datore di lavoro, o c'è qualcuno che potrebbe indirizzarlo verso la sua casa dei sogni. Nella seconda forma, invece, abbiamo delle relazioni esplicite a tutti i livelli: la persona conosce gli amici e anche gli amici degli amici, e così via: conosce gli interessi, le attività e potrà potenzialmente utilizzare a suo vantaggio queste informazioni. 


            Reinterpretando alla luce di queste considerazioni la “zona di sviluppo potenziale” introdotta per la prima volta da Vygotskij è possibile sostenere che la differenza tra il primo scenario e il secondo è definibile come la distanza tra la “zona di sviluppo attuale” e la “zona di sviluppo prossimale” 




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