L'ultima novità in fatto di privacy non rispettata su Facebook è per il servizio, nato a fine aprile, chiamato "instant personalization": permette a siti partner di Facebook di sfruttare le informazioni personali che l'utente ha pubblicato sul network (nome, sesso, connessioni con altre persone o gruppi). Quando un utente di Facebook va su un sito partner troverà una pagina personalizzata in base ai suoi dati, per esempio con consigli basati sui suoi gusti musicali o su quelli dei suoi amici. L'utente può evitare questa personalizzazione? Sì, ma soltanto se si prende la briga di modificare un'opzione sul proprio profilo di Facebook.
Una novità "inaccettabile" scrive il Working Party, formato da tutti i garanti della privacy europei, in una lettera inviata al social network. Poco tempo fa i garanti avevano puntato il dito, in modo analogo, contro Google riguardo al servizio Buzz. In quel caso, l'azienda di Mountain View che ha risposto riconoscendo l'errore.
Iscriviti a:
Commenti sul post
(
Atom
)
Nessun commento :
Posta un commento