Nato all'inizio del V secolo ad Abdera (città natale di Democrito) intraprese presto la carriera di maestro e sofista. A metà del secolo era molto famoso ad Atene e diverse testimonianze lo vedono vicino al circolo di Pericle, a quel tempo all'apice del successo.
Tra le sue opere più significative troviamo una raccolta di "Antilogie", una serie di discorsi contrapposti (di cui uno difende e l'altro confuta la medesima tesi), opera indicativa di una delle caratteristiche principali di Protagora: l'arte sofistica del saper convincere gli altri, di saper "rendere più forte il discorso più debole" perché "intorno a ogni oggetto ci sono due ragionamenti contrapposti".
La tesi più nota di Protagora è: "L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, di quelle che non sono in quanto non sono". "L'uomo" di cui parla va inteso come umanità o come singolo individuo?
Ad una prima istanza l'uomo è forse da intendersi come il singolo individuo quindi: ognuno è giudice ultimo e inappellabile delle proprie conoscenze e sensazioni e non è possibile, nel caso si crei un disaccordo, risolvere il conflitto. La verità non è quindi oggettiva ma è soggettiva, dipende dal singolo individuo.
Ciò che appare a una persona è per questa vero ma ci sono apparenze più utili e vantaggiose di altre: il sofista è quindi in grado di stabilire per sé e per gli altri un rapporto più vantaggioso con le cose. Al criterio della verità abbiamo sostituito l'utile. La filosofia di Protagora non è però un invito alla chiusura in se stessi (dato che si è giudici ultimi delle proprie sensazioni e della verità): è un invito al confronto con la comunità; se infatti non esiste una verità oggettiva, ogni uomo è costretto a confrontare le proprie opinioni con gli altri uomini alla ricerca di soluzioni che, almeno sotto il profilo dell'utile, si rivelino vantaggiose, che garantiscano la sopravvivenza della comunità. La sostituzione del vero con l'utile apre la strada all'esercizio della retorica. Ogni società stabilisce delle leggi e dei valori che possano tutelarla e farla prosperare. Compito del sofista è prendere atto di questi valori e promuoverli nella maniera migliore.
giovedì, novembre 16, 2006
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